Durante questi giorni sono andata avanti con il lavoro di meditazione e canalizzazione dello spirito del rospo. Ieri pomeriggio, al tramonto, ho finalmente avuto un momento tranquillo da poter dedicare alla sola pratica spirituale, e ho ottenuto un risultato molto interessante.
Ho rivolto la mia attenzione al Rospo, l'ho chiamato ed ho provato a stabilire un contatto. Ho chiuso la sessione con l'estrazione di una runa di legno, ottenendo una risposta decisamente significativa.
Durante la meditazione continuavo a vedere immagini di roveti... ho trovato una corrispondenza interessante con questa pianta facendo una piccola ricerca:
secondo Plinio, sia il rospo che la rana "rubeta" (da "rubus", il nome latino del rovo) hanno proprietà sia velenose che medicamentose - per via di un potente veleno che si credeva essere contenuto nel fegato di questi anfibi. Sempre Plinio consigliava di appendere le zampe posteriori di tali animali all'ingresso dei granai per evitare che gli insetti si mangiassero tutto il frumento. Pare che la rana rubeta fosse uno degli animali campestri più impiegati in pratiche ominose, perché ritenuto fortunato e prodigioso.Ancora oggi, in alcune regioni, si crede che uccidere un rospo porti una grande sfortuna.
La tradizione popolare ha conservato delle reminescenze di queste antiche credenze aristoteliche, associando i rospi alla stregoneria nei suoi due aspetti principali: il potere di lanciare malefici e di esorcizzarli.
Nel Medioevo, si credeva che i rospi fossero Famigli assegnati alle streghe dal Diavolo in persona. Una curiosa credenza popolare inglese vuole che sia sempre il Satanasso, conficcando gli zoccoli nel terreno, a portare tutti i rospi sulla terra.
Avevo già individuato il rovo come pianta associata al colore verde perché essa spesso infesta i bordi dei canali, le rive dei laghi, e quelle zone di confine lasciate incolte tra i campi - per me il verde è un simbolo di libertà, vita selvatica, e nutrimento.
Si tratta di un arbusto che possiede vibrazioni terrestri ed acquatiche, ed è sia invitante - specialmente quando si riempie di more! - che repellente.- per via del fitto intrico di spine. Percepisco la stessa dualità per quanto riguarda la "magia" dei rospi.
Il veleno che i rospi "sudano" dalle verruche sulla loro schiena si forma in due evidenti ghiandole poste ai lati della testa. Si tratta di una sostanza urticante per le mucose, nonché il miglior sistema di difesa di questi adorabili anfibi.
La tossicità del "latte di rospo" (la bufotenina) varia a seconda delle specie e, in alcuni casi, lo stesso veleno ha un effetto allucinogeno (forse un collegamento interessante con la stregoneria intesa come pratica di medicina popolare e manipolazione dei veleni).
E' la prima volta che la pratica mi guida verso un lavoro con uno spirito familiare animale. Sono sinceramente entusiasta, ma sento di dover affrontare questo percorso con un grande serietà e onesta intellettuale.