Lino, Linum usitatissimum

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view post Posted on 14/11/2019, 19:16
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Ciao forum!
Quale momento migliore per compilare una breve ricerca sul lino, se non la metà oscura dell'anno. Questa pianta dai molti usi è infatti legata ad Holle, figura del folclore germanico e scandinavo legata al solstizio invernale, al fato e all'oltretomba.
Buona lettura!

Lino Comune
Linum usitatissimum

Pianta erbacea annuale (Linaceae) dai caratteristici fiori azzurro-cielo. Il fusto è eretto e fragile, ramificato solo nella parte finale, alto non più di 60 cm. Ha foglie lanceolate, e fiori con cinque sepali, cinque petali, e cinque stami. La radice è un fittone abbastanza corto. La pianta produce semi di colore bruno scuro o giallo paglierino, a seconda della varietà.

È una delle più antiche coltivazioni, ed è usata per la manifattura dal Neolitico. Venne addomesticato dapprima in Egitto ed Etiopia. In Egitto era considerato un dono delle divinità agli uomini, e lo si coltivava per ricavare stoffa per i ceti più alti e bende per le mummie.
Oltre 6.000 anni fa, arrivò nell’area mediterranea e, in epoca preromana, anche in Nord Europa. E’ qui dove la tecnica produttiva venne ulteriormente migliorata: attualmente i primi produttori mondiali di fibra di lino sono Russia, Romania, Paesi Bassi, e Francia.

Dalla pianta si ricavano: un olio commestibile dai molti usi, semi nutrienti, fibre per l’omonimo tessuto, e foraggio per gli animali.


In cucina

Data la presenza di omega 3 (acido alfa-linoleico), omega- 6 e 9, i semi sono un ottimo integratore alimentare. Io ho sempre preferito quelli marroni ai gialli – dovrebbero contenere una maggiore quantità di acidi grassi.
Apportano anche molte proteine - attorno al 20-25% - sali minerali, e fibre.
È importante macinarli per estrarne la maggior quantità di nutrienti, e assumerli con la giusta quantità di acqua per evitare blocchi intestinali. Deperiscono abbastanza in fretta, quindi poterli macinare al momento è l’ideale - il macinato si conserva in frigo solo qualche giorno. Possono essere usati per condire le insalate, nelle zuppe, negli impasti salati o dolci... un po’ dove si vuole. Hanno un sapore delicato e per nulla “invasivo”.

Nella Fitoterapia

Dai semi di lino si ricavano impiastri per uomini e animali. I semi, infatti, si gonfiano nell’acqua, formando una densa massa mucillaginosa, da usarsi come poltiglia emolliente per il trattamento dei foruncoli e dei disturbi respiratori – in particolare, contro la tosse secca.

La varietà usitatissimum è sempre stata la più utilizzata nella medicina popolare: per gli impiastri contro i gonfiori, i foruncoli, e l’orzaiolo. Veniva usato come estensione nella cura dei dolori ai denti e alle gengive, o per la gola dolorante e gonfia.
Il lino veniva impiegato anche per la cura delle malattie respiratorie: la polmonite trattata con una poltiglia di mostarda e semi di lino; la tosse convulsa veniva curata con un misto di miele e semi di lino; e la tubercolosi con limone, miele e semi di lino.


La preparazione della poltiglia di semi è semplice: si avvolgono 3 cucchiai di semi di lino in un pezzo di stoffa bianco e pulito di circa 15 cm di lato, attorcigliando bene entrambe le estremità per evitare che i semi scappino fuori. Tenendo l’involto per entrambe le estremità, se ne immerge il centro in acqua bollente.
La poltiglia ottenuta va poi estratta e applicala sulla parte colpita dai foruncoli o dagli ascessi, da coprire poi con un panno asciutto. I semi di lino trattengono il calore, dando sollievo.
L’impiastro va tolto quando si è completamente raffreddato.

Durante il XVIII secolo, lo stesso impiastro veniva usato per trattare la varicella, il vaiolo, e le ferite infette, e quelle da arma da fuoco. Gli stessi semi gonfiati in acqua sono stati usati per rimuovere i corpi estranei dagli occhi e dalle schegge dalla carne. Possono essere usati anche come base per delle bevande rinfrescanti da prendere quando si ha la febbre, e come un medio diuretico, e contro i problemi ai reni.

La pianta veniva usata per il trattamento delle emorroidi; l’olio di lino veniva strofinato sulle emorroidi, oppure un’emulsione di semi usata come clistere.
Per liberarsi dalla costipazione, si potevano mangiare semi di lino – è noto ancora oggi il loro potere lassativo - mentre la diarrea veniva trattata con una radice raschiata di lino.
La farina e l’aceto di semi erano usati come antidolorifico.

L’acqua nella quale venivano fatti bollire i semi veniva poi applicata per curare il mal di testa, è bevuta come tisana lassativa, per facilitare il travaglio, e per trattare il diabete.
Con i semi di lino si possono preparare anche creme per le mani e lozioni per capelli. L’acqua nella quale sono stati fatti bollire dei semi, può essere usata come gel per capelli.

Nella medicina dei Nativi Americani, si trovano molte delle stesse applicazioni. In quelle zone, la varietà più diffusa è la linum lewisii (lino della prateria). È stata usata per i gonfiori, come lavaggio per gli occhi, e per aiutare la digestione. La specie “australe” è stata usata per trattare il mal di testa e aiutare con le doglie.

Il lino purgativo (linum chatarticum) è la varietà nativa inglese. Venne usato per secoli nella medicina popolare per l’epurazione e, specialmente nelle Highlands scozzesi, per alleviare alcuni disturbi legati alla gravidanza. È stato anche usato per trattare i reumatismi.

Altri usi

Si possono ricavare dei blocchi temporanei per gli scoli, riempiendo parzialmente un calzino o un collant con semi di lino da gettare negli scoli per smorzare il flusso. Un cordino legato alla fine del calzino permette una semplice rimozione. Le particelle che si gonfiano con l’acqua sigillano di fatto l’apertura nella quale vengono messi. Possono essere rimosse quando non ce ne è più bisogno.

L’olio di lino può essere strofinato sugli utensili metallici per prevenire la formazione della ruggine. A quanto pare, l’olio secca e sigilla le superfici senza evaporare o colare via.
Inoltre, l’olio può essere usato come finitura per gli oggetti in legno, ad eccezione degli strumenti musicali: tende a seccare e indurire il legno, rendendolo meno gradevole al tatto e riducendone la sonorità.

Il Lino nelle Fiabe

Una fiaba narra di un uomo di Phulsborn che si recò di notte alla montagna, dove vi trovò Frau Hulle che filava senza sosta. Di fronte a lei vi era una pila di lino già filato, ed un altro piccolo mucchio da filare alla sua destra. Hulle chiese all’uomo di prendere il lino, ma lui rifiutò dicendo che ne aveva già a sufficienza. Capitò, tuttavia, che un poco di lino restasse nella sua scarpa. Mentre l’uomo ritornava verso casa, il piede cominciò a dolergli: era il lino di Hulle che si era mutato in oro.

Un altro racconto ci parla della benedizione del lino: un gruppo di bambini incontrò Frau Hulle a Kyffhauser, mentre filava, e Lei donò loro il suo lino. Tutti i bambini lo gettarono, ad eccezione di una delle bambine. Quando questa arrivò a casa, scoprì di avere le tasche piene d’oro.

Anche la scoperta del lino ha origini fiabesche, secondo i popoli germanici:
C’era una volta un contadino che, tutti i giorni, lasciava la moglie e i figli a valle per portare le sue pecore al pascolo in montagna; e mentre faceva la guardia al gregge sul crinale del monte, spesso aveva l’opportunità di usare la balestra e abbattere un camoscio, la cui carne avrebbe rifornito la sua dispensa di cibo per parecchi giorni.
Mentre seguiva un bell’animale, un giorno il pastore lo vide sparire dietro a una roccia, e quando raggiunse il posto, restò meravigliato dal trovare una porta nel vicino ghiacciaio. Per l’eccitamento della caccia, il pastore aveva scalato la montagna sempre più in alto, dove le nevi perenni brillano.

Il pastore attraversò l’apertura con coraggio, e si trovò presto in una caverna coperta di gioielli e stalattiti, al centro della quale stava in piedi una donna bellissima, avvolta in vesti d’argento, e circondata di amabili fanciulle coronate di rose alpine.
Per la sorpresa, il pastore cadde in ginocchio, e come in un sogno sentì la regale signora chiedergli di scegliere qualsiasi cosa tra quelle che vedeva da portare via con sé. Anche se accecato dal bagliore delle pietre preziose che lo circondavano, i suoi occhi tornavano sempre al piccolo mazzolino di fiori blu che la graziosa apparizione teneva in mano, e così egli chiese timidamente che quello diventasse suo.
Sorridendo con piacere, Holda - perché era di lei che si trattava - glielo diede dicendogli che aveva scelto con saggezza e che sarebbe vissuto fino a quando quei fiori non sarebbero appassiti e caduti.
Poi, diede al pastore una misura di semi e gli disse di seminarli nel suo campo. Quando il tuono risuonò e la terra si scosse, il pover’uomo si trovò di nuovo fuori sulla montagna, e lentamente ritornò a casa dalla moglie, alla quale raccontò la sua avventura e le mostrò il bouquet e la misura di semi.

La donna rimproverò aspramente il marito per aver preferito fiori e semi alle pietre preziose che aveva descritto così brillantemente; tuttavia egli procedette con la semina di quelli, scoprendo con grande sorpresa che la misura fu sufficiente per molti acri.

Presto i giovani germogli iniziarono a spuntare. Il contadino fissava il proprio lavoro, sentendosi stranamente attratto da quel campo che aveva seminato, tanto che spesso vi indugiava chiedendosi quale tipo di grano avrebbe prodotto. In una notte di luna piena, vide una specie di nebbia estendersi su tutto il campo - come mani allungate in segno di benedizione.
Alla fine i campi fiorirono, e un numero incalcolabile di piccoli fiori blu schiusero i loro calici al sole dorato. E quando i fiori si seccarono, e i semi vennero mietuti, Holda si mostrò ancora una volta per insegnare al contadino e alla moglie come raccogliere il lino - perché era di quella pianta che si trattava - e di come filarlo, tesserlo e sbiancarlo.
Dato che la gente del vicinato voleva comprare sia il lino che i suoi semi, presto il contadino e la moglie divennero molto ricchi; e mentre egli arava, seminava e raccoglieva, lei filava, tesseva e sbiancava il lino. L’uomo visse ancora per molti anni, e vide i nipoti e i pronipoti crescere attorno a lui. Per tutta la vita fece tesoro del bouquet, e se ne prese cura così che restasse fresco come quando lo aveva portato a casa. Tuttavia, un giorno si accorse che durante la notte uno dei fiori era caduto appassito.

Consapevole che cosa era stato appena preannunciato, che anche a lui toccava di morire, il contadino scalò nuovamente la montagna fino al ghiacciaio, trovando di nuovo la porta che invano aveva già provato a raggiungere. Entrò nel portale ghiacciato, e non fu più visto né udito da allora dato che, secondo la leggenda, la dea lo prese con sé, offrendogli una nuova vita nella sua caverna, dove ogni desiderio viene sempre esaudito.


Frau Holle, la Dama del Lino

Le popolazioni teutoniche la considerano la pianta di Holda - Holle, Hulda - la Filatrice del Fato, una figura del folklore tedesco che presiede alle attività di filatura e premia le ragazze industriose. Oltre ad aver dato il lino agli uomini, Holda insegnò loro a usare le sue fibre per la produzione del filo e la tessitura.
Durante le dodici notti dopo il solstizio d’inverno – chiamate anche “le Notti della Madre” - Frau Holle governa sul mondo degli uomini. Durante questo periodo, era necessario che ciascuna avesse finito di filare altrimenti Holle avrebbe strofinato il lino avanzato sul sedere della malcapitata. Inoltre, ogni lavoro di filatura deve essere interrotto durante i dodici giorni, altrimenti la Signora della Filatura, Frau Holle, avrebbe maledetto le lavoratrici.
Una Donna della Foresta è venerata in Germania; ed il culto riguarda particolarmente le Dodici Notti – chiamate: “Zwolften”. In Suo onore, viene filato il lino e offerto in sacrificio tra le fiamme.
Nel Mecklenburg si dice che, se il lino non viene filato per l’inizio di Zwolften, uno spirito chiamato Frau Wod o Frau Gaue potrebbe fare la sua comparsa. Questi sono tutti nomi di Holle, talvolta chiamata anche Frick, Frau Frien o Frau Freke. Così è possibile mettere in relazione Holle con Frigg.

Altre Curiosità

Alcuni racconti folcloristici sulle fate ci raccontano di come esse sono solite vestire: piante di pallido lino per le vesti, fiori di digitale come sottoveste o cappellini.
Non sorprende che una pianta dai così tanti usi si credesse che potesse persino prevenire o evitare di ammalarsi. Il lino veniva intrecciato attorno al collo per prevenire la parotite. Cordini o pezzi di tessuto di lino venivano indossati per proteggersi dal croup. Quando un bambino si rifiutava di crescere, veniva fatto passare attraverso un cerchio di fili di lino: così come il filo si consuma, così il bimbo crescerà.
Si crede che il lino fiorisca lo stesso orario in cui è stato piantato.
Quando si danza per il lino, più in alto si staccano i piedi dal suolo, e più alto sarà il raccolto di lino dell’ospite.
Durante la raccolta del lino non bisogna parlare, perché le piante non risponderebbero bene.

Poteri magici associati al Lino

Il lino, come l’aneto, venivano portati addosso come talismani contro la stregoneria.
Tenere il lino nelle scarpe previene la povertà. Per evitare di restare a corto di denaro, tenete dei semi di lino in borsa o nel portafoglio.
I cordini di lino possono essere usati per la magia dei nodi.
Mescolate i semi con il pepe, e spargete la mistura attorno alla casa per proteggerla dal male; avrà l’effetto collaterale di attirare l’abbondanza.


Bibliografia

The Folk-lore of Plants, di T. F. Thiselton-Dyer

A Kitchen Witch’s World of Magical Herb and Plants, di Rachele Patterson

Hedgerider, the Witches and the Underworld, di Eric De Vries

Popular Tales of the Norse, di Sir George Webbe Oasent

Encyclopedia of Folk Medicine: Old World and New World Traditions, di Gabrielle Hatfield

Encyclopedia of Suerstitions, Folklore, and Occult Science, a cura di Corsa Linn Daniel e C. M. Stevans

La descrizione della pianta è una citazione a Wikipedia.
 
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clover
view post Posted on 14/12/2019, 20:29




Molto molto interessante! Io adoro il lino anche come tessuto
 
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