Ciao!
Il mio rapporto con la divinazione, nello specifico la cleromanzia con lancio o estrazione di piccoli oggetti, si è evoluto nel tempo. Tutto ha avuto origine con un set runico dai natali curiosi, evolvendosi lentamente fino a quello che è oggi.
(Vi risparmio i tentativi falliti con carte e rune germaniche).
Premetto che non ho mai creduto nel “destino”, o comunque nella possibilità di predire gli eventi come se fossero stati già programmati. Inizialmente era una questione di superficialità, attualmente di deduzione. Comunque, nonostante alcune premonizioni azzeccate, non credo di essere una veggente molto dotata.
Dicevo del set... cominciai a praticare sporadicamente dopo aver costruito e utilizzato con discreto successo, un set di “rune” iper-semplificato basato sul sistema proposto da Cunningham nel suo “Wicca”.
La genesi di questo strumento ha coinvolto una driade e un’intuizione - se volete vi racconto, ora cerco di restare in argomento.
Comunque, il punto è che capì che la divinazione è un dialogo, e che se avessi voluto partecipare alla conversazione, avrei avuto bisogno dello strumento adeguato.
Questo piccolo set si è rivelato sincero solamente a breve termine, e meglio su questioni dalla rapida risoluzione: per esempio, un evento particolare durante un breve viaggio, o l’andamento generico della giornata corrente o della successiva.
Nessuna risposta valida su questioni esistenziali o su persone che non mi fossero care per qualche ragione.
Ora, la verità è che mi è capitato di conoscere alcune cose che si sarebbero poi rivelate vere attraverso delle visioni ricevute in contesti assolutamente avulsi dalle sedute divinatorie.
Ho sognato la nascita della mia vecchia gatta - era davvero la mia gatta! Stesso disegno del pelo, stessa taglia, stessa macchia sul naso e stessa coda deforme - la notte in cui la madre l’ha partorita.
Due su due, tre giorni prima della loro morte, ho sognato il trapasso della nonna e della bisnonna. Non è stato come quando sogno la morte di mio padre perché gli voglio bene, ma un sogno lucido durante il quale le ho accompagnate fino al limitare di quel niente che è la morte per salutarle un’ultima volta - comunque volevo bene a entrambe.
Ho ricevuto altre visioni durante i pochi incantesimi non indirizzati a me stessa che ho fatto nel corso degli anni - rovinandomi ogni volta tutta la mia bella pianificazione del rito fatta a mododino. XD
L’eposodio più curioso riguarda un incantesimo d’amore che avevo provato a fare perchè “l’ universo mi mandasse la persona giusta” - una boiata adolescenziale pazzesca, ma vidi la sagoma e alcuni tratti somatici dei primi due con i quali sono stata. È stato strano.
Arrivo al punto, ovvero a quello che definirei “divinazione” oggi. Mi rendo conto di avere già scritto talmente tanta roba che spero mi abbiate seguito fino a qui. DX
Tenendo conto che la nostra capacità di memorizzare e immagazzinare stimoli è infallibile, ma la nostra attenzione è davvero limitata, ogni esperienza della nostra vita va a costituire un bagaglio di informazioni di proporzioni epiche.
Sommando la naturale propensione della nostra specie al “problem solving”, otteniamo la capacità di vedere nessi e significati dove non ve ne sono, oltre ad una capacità innata di giudizio della quale siamo generalmente inconsapevoli.
Attraverso la divinazione fatta bene, entriamo in qualche modo in comunicazione con i ricordi dei quali non siamo più coscienti, riuscendo a creare uno scenario immaginario della situazione in esame che, probabilmente, si rivelerà corretto.
“Fatta bene” significa per me: a mente “silente”, senza ansie e in un momento di profonda concentrazione.
Quindi sì, continuo a credere che sia un dialogo, ma non con il fato o con il Grande Cocomero, ma con una parte di noi stessi celata alla coscienza mondana.
[scusate per il post infinito... spero sia uno spunto utile!]