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| Volevo farvi eggere questo articolo che parla degli avvelenamenti accidentali, è scritto molto bene anche se porta solo alcuni esempi. Articolo originaleCITAZIONE Naturale fa sempre rima con salutare? Sembra che noi italiani la pensiamo proprio così, a giudicare dal numero di persone che ogni anno si intossica anche gravemente – o perde la vita - mangiando piante non commestibili. L'ultimo studio sull'argomento è datato 2010 e si riferisce al periodo 1995/2007: 6 morti e una media di 950 persone all'anno che si sono rivolte al pronto soccorso dopo aver ingerito piante o fiori. “ Sono i dati del Centro Antiveleni di Milano, che fa capo in tema di intossicazioni a tutti i pronto soccorso d'Italia”, spiega Gabriele Galasso, botanico del Museo di storia naturale di Milano che, in collaborazione con il Centro Antiveleni, ha scritto un libro dal titolo Piante velenose della flora italiana. “ L'ultimo caso mortale è stato lo scorso 25 aprile a Novi Ligure, dove due persone sono morte per aver mangiato colchico, una pianta velenosa scambiata per lampascione, ovvero un cipollotto selvatico cucinato soprattutto nel sud Italia”.
“ Ci si improvvisa raccoglitori di piante, ma non si considera ad esempio che alcune sono velenose in certi periodi dell'anno e questo rende difficile riconoscerle. Inoltre, spesso accade che chi – in vacanza – crede di riconoscere un vegetale della propria zona sia invece in errore, errore che può essere fatale. Fatto ancora più grave, è in aumento la tendenza a utilizzare le piante 'per provare' o 'per abbellire un piatto': come spesso accade a Natale con la bella ma velenosissima 'stella di Natale'. Oppure banalmente si confonde il mirtillo con la belladonna, altro esempio di pianta molto tossica per l'uomo” aggiunge Massimo Labra, botanico al dipartimento di biotecnologie e bioscienze dell' Università Milano Bicocca.
Ecco un elenco delle principali sviste
· Capita che si pensi di raccogliere della buona lattuga alpina selvatica e invece si fa incetta di acconito, forse la più temibile delle piante, mortale se ingerito in certe quantità.
· La boragine o spinacio selvatico – ottima da mangiare – può essere facilmente confusa con la digitalis, che contiene molecole che alterano il battito cardiaco (è usata per produrre farmaci per il cuore).
· Il crocus o zafferano si scambia col colchico, anche questo usato in farmacia per bloccare il ciclo delle cellule. Si confonde anche con l'aglio o l'insalata selvatica, ma le sue tossine sono mortali e non esiste antidoto. “ Un caso di avvelenamento – racconta Labra – è avvenuto in un campeggio estivo qualche anno fa, diverse persone mangiarono una frittata con quella che pensavano essere cicoria. Sono finiti tutti in ospedale, ma per fortuna nessuno di loro è morto”.
· Il mirtillo si confonde con la belladonna (molto tossica) o con il laurum (velenosa per il metabolismo) perché entrambe in certi periodi dell'anno fanno bacche nere simili al frutto di bosco Il sambuco nero ha fiori commestibili, ma altre specie di sambuco sono tossiche.
· L'alloro è una delle piante che più spesso viene confusa. “ È capitato con l'oleandro – racconta Labra -, che è stato usato per insaporire il barbecue. È molto tossico, è preferibile anche evitare di toccarlo perché rilascia lattici irritanti. Se ingerito in quantità, può uccidere un adulto”.
· La stella di Natale è velenosissima, eppure molte persone la usano durante le feste per decorare i cibi.
Un consiglio se vi dovesse capitare di assistere qualcuno che potrebbe essere rimasto intossicato da piante selvatiche è – se possibile – portarne una foglia in ospedale. Sarà molto difficile che il medico riesca a riconoscerla, ma “ è possibile analizzarne il Dna con la tecnica del Dna barcoding – spiega Labra -. Lo analizziamo, lo confrontiamo con la banca dati ed è possibile capire se serve una lavanda gastrica o qualcosa di più. Questa tecnica però è ancora in fase sperimentale, stiamo cercando di istituire una banca dati mondiale che qualsiasi ospedale possa consultare in ogni momento”.
Altro problema, le piante usate nei giardini degli asili o delle scuole. “ Qui servirebbe molta attenzione da parte degli architetti del verde, perché spesso accade che i bambini mettono in bocca bacche o fiori colorati, potenzialmente molto pericolosi”. È bene sapere che la maggior parte delle piante d'appartamento è tossica, anche perché assorbe sostanze inquinanti.
Importantissimo poi ricordare che i frutti non sono sempre buoni: se non sono maturi possono essere velenosi. “ Ad esempio la pesca, se non è matura, ha la polpa ricca di tannini, mentre il fico acerbo è ricco di lattice tossico. Alcune persone hanno cucinato il contenuto del nocciolo della pesca, la cosiddetta 'mandorla', sempre ricca di acido cianidrico (indipendentemente dal fatto che la pesca sia matura o no), tossico anche in piccole quantità. Ricordo – continua Labra - che una signora ne fece in casa un croccantino per dessert
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