| Rispondo anche se credo che Stria80 non frequenterà più il forum, ma per amore di precisione... Dunque, non vedo proprio come e cosa c'entri il libro e tantomeno i due autori con la wicca... La seconda parte in particolare, è quella dedicata alle "ricette" della tradizione stregonesca italiana, ricette che POSSONO essere utilizzate dai wiccan, ma che nulla c'entrano con la wicca in sè. Credo che la definizione "miscuglio di pratiche collegate con un collante stile wicca" sia quanto di più assurdo e non corretto possa essere detto della seconda parte del libro in questione. Detto questo, mi chiedo che idea tu abbia Stria80 della wicca... Per quanto riguarda la tradizione stregonesca italiana, Dorilys, mi piacerebbe che tu mio spiegassi perchè dici che non esiste, ignorando tutto quello che so che tu conosci bene, come per esempio gli scritti di Leland. In questi scritti, come in altri, io ho ritrovato proprio le MIE tradizioni, quelle piccole cose che faceva e diceva mia nonna. Se ti riferisci alla parte puramente spirituale di un tradizione stregonesca italiana, allora convengo con te che praticamente è stata del tutto contaminata dal cristianesimo, e che quindi non la ritroviamo esente da questo. Molte divinità etrusche sono state mutate in "spiriti", si fanno invocazioni a S. Antonio ecc... ma io credo che anche queste siano tradizioni. Forse l'ho già detto da qualche parte, ma secondo me è sbagliato voler cercare nella stregheria i canoni della Wicca, creata pura e incontaminata perchè partita da zero. La Stregheria tradizionale italiana è (e quindi esiste) tutta quella serie di tradizioni contadine portate avanti fino ad oggi insieme e nonostante il cristianesimo, che ha tentato in tutti i modi di soppiantarle. E il fatto che queste pratiche siano simili dal sud al nord (mia nonna era siciliana, ma ho trovato le sue pratiche nei libri di Leland, che descrive quelle della Romagna e Toscana... e in altri scritti di streghe del nord), mi fa pensare.
|